Pizzoccheri, taroz, sciatt, bresaola, polenta taragna, selvaggina, salumi, formaggi stagionati e burro d’alpe a go-go.
Nota dolente le calorie.
Non si preoccuppino gli amici vegetariani: verdure degli orti di casa, frutti di bosco, funghi come se piovessero, mele, uva, fichi, noci e castagne.
Per digerire un infuso di Achillea Montana (aneda), un liquore di Artemisia (genepy) o un grappino.
Si dice che ci sia l’assenzio, ma come sapete è proibito.
I menù nei validi ristoranti dei paraggi non sono scritti dall’enigmista che sogna “master chef” ed eviterete assalti notturni al frigorifero come spesso accade di ritorno da ristoranti stellati troppo attenti alla presentazione del piatto.
Si beve altrettanto bene: Sfurzat, Sassella, Grumello, Inferno. Senza stress e la boria di chi cerca di trasformare una millenaria piacevolissima attività in una questione di alta filosofia morale. Ricordiamo anche a costo di esser tacciati di ignoranza che “el vin l’è facc per bef minga per usmaa”.
Concludendo, mangierete e berrete bene!